KUBRICK – il folle genio del cinema

 

2001 Odissea nello spazio

2001 Odissea nello spazio è considerato un capolavoro innovativo perché ha rinnovato profondamente il genere dei film fantascientifici, a partire dalla straordinaria tecnologia usata da Kubrick e da i suoi collaboratori, ma soprattutto per le complesse problematiche che affronta e per il modo in cui le presenta agli spettatori.

È il primo film in cui Kubrick si basa sulla figura dell’itinerario e che tramite essa affronta in qualche modo la storia. Già il titolo presenta il più famoso e classico degli itinerari nella storia della civiltà: l’Odissea.

La storia si basa sul racconto di Arthur C. Clarke “La Sentinella” (1953).

Il film si basa con una diapositiva su un territorio semidesertico in cui vivono gruppi di scimmie umanoidi. La notte, dal terreno, compare un monolito parallelepipedo scuro e regolarissimo che con un sibilo scuote e terrorizza le scimmie; poco dopo, durante uno scontro fra due gruppi, una scimmia scopre che un osso può essere usato come arma e uccide il suo rivale, l’osso viene lanciato in aria e con la più bella ellissi narrativa nella storia del cinema l’osso si trasforma in un’ astronave. L’azione si sposta poi nel 2001 dove sulla Luna colonizzata viene scoperto un nuovo monolito che riceve un segnale fortissimo da Giove, così un equipaggio di cosmonauti guidato dal cervello elettronico HAL 9000 si mette in viaggio sull’astronave Discovery verso Giove e cioè dalla direzione indicata dal monolito. HAL è l’unico a essere a conoscenza sullo scopo della missione ed è lui che non si fida dell’uomo e che ha dubbi sul viaggio. Commette un errore e non sopportando la sua fallibilità impazzisce e uccide quasi tutto l’equipaggio, riesce a salvarsi soltanto Bowman che procede subito alla disattivazione del computer che reagisce alla morte in modo umano e straziante. L’uomo procede il viaggio da solo, Bowman viene nell’atmosfera di Giove e viene risucchiato in un’altra dimensione, passando attraverso un vortice spazio-temporale di immagini psichedeliche. Al termine di ciò, l’astronauta si risveglia in una stanza settecentesca rococò. Qui Bowman passa dalla maturità alla vecchiaia ed entra in agonia. Rivede infine il monolito nero e rinasce sotto forma di feto astrale in una sorta di eterno ritorno.

La porta

In 2001 Odissea nello spazio la porta è rappresentata dal monolito che compare in questo paesaggio immobile, durante la notte. La scimmia percepisce il monolito al momento del risveglio, ovvero, il monolito, ha la caratteristica di apparire durante l’alba dell’uomo. L’uomo all’alba si sveglia e non appena si accorge del monolito, il suo interesse è immediato. L’apparizione del monolito nell’ambito della dialettica sogno/risveglio anticipa e giustifica la grande discontinuità del salto millenario che va dall’osso lanciato in aria fino all’astronave che fluttua nel cosmo. Il monolito conficcato nel terreno e stagliato contro le scimmie è precisamente l’immagine assoluta del sogno di cui si può prendere coscienza al momento del risveglio, ma che avvia ad un ulteriore livello del sogno stesso.

Il monolito non solo attualizza il passato, ma prefigura il futuro. Avvia e promuove il salto in un futuro che provvederà a mutare l’equilibrio delle forze in campo: l’osso promosso ad arma. L’osso viene risvegliato in bastone, ossia il passato si attualizza. Ogni epoca non solo sogna la successiva, ma sognando urge al risveglio. L’euforia della scimmia umanoide si concretizza nelle percosse sul terreno e sulle carcasse di animali circostanti: galvanizzata la scimmia produce immagini estatiche, ovvero dei flash su alcuni tapiri abbattuti, questi inserti costituiscono quelle immagini in cui ogni epoca sogna la successiva: questa è la giustificazione storico-dialettica dell’ellissi, dall’alba dell’uomo fino al 2000 non si farà altro che abbattere euforicamente tapiri di ogni specie e di ogni sorta.

Non appena finito di “risvegliare” il passato, la scimmia, ormai quasi uomo, attacca immediatamente a sognare il futuro. La struttura risulta: sogno → risveglio → sogno

Affinché ci sia il metodo dialettico ci deve essere qualcuno disposto a sognare e in grado di accedere al grado di risveglio, ma deve anche sussistere qualcosa a farsi sognare. Il monolito, allora, è la porta del risveglio e del sogno. O meglio, il monolito è figura della porta ( nel sistema iconografico kubrickiano, l’immagine della porta si raffigura nella forma del monolito), attraverso la porta, il sogno accede alla dimensione del risveglio.

L’origine della civiltà si può raffigurare nel passaggio notte-alba: il monolito è la porta dove il risveglio della scimmia da accesso all’alba della tecnica dell’uomo, ma la tecnica sarà di nuovo il sogno da cui l’uomo sarà integralmente occupato fino al momento in cui l’altra porta, la porta della stelle consentirà all’ultimo esemplare della specie umana l’accesso dentro il corridoio di suoni e luci oltre l’infinito, la stanza della morte e infine dell’ennesimo risveglio.

La stanza da bagno

Quando Bowman compare nella stanza rococò, comincia ad aggirarsi nella stanza misteriosa che è il punto d’arrivo del salto oltre l’infinito, lo vediamo avviarsi, inquadrato di spalle, verso il centro della stanza da bagno. Qui Kubrick effettua un controcampo di 180, mostrando Bowman di fronte che si accinge ad entrare nel bagno.

Lo stacco appare del tutto ininfluente. È invece decisivo e risulta del tutto inverosimile perché, non soltanto s’è girata la macchine da presa, ma si è voltata tutta la stanza: nella prima inquadratura Bowman inizia il passo al centro della camera, verso i piedi del letto e nella seconda, dopo il controcampo, la gamba atterra sulla soglia della stanza da bagno. È come se la macchina da presa facesse corpo con l’intera stanza, si volta la cinepresa e con lei ruota tutta la camera.

Lo stacco successivo è una soggettiva del personaggio sul lavandino e poi sulla vasca. Questa soggettiva cerca di cogliere una prospettiva: Bowman avanza nel bagno frontalmente, ma presto ci accorgiamo che si tratta della sua immagine allo specchio.

Il gabinetto costituisce il luogo in cui gli elementi, lo spazio e il tempo si scompongono e si ricompongono. Bowman entra nel bagno come astronauta in tuta rossa e ne esce borghese in vestaglia nera. Nel bagno avviene la mutazione: scompare definitivamente l’astronauta e affiora l’uomo anziano in vestaglia. È il viandante di Kafka che decide di rimanere li, aspettando di entrare nella porta delle legge. La porta del bagno non ha battenti perché l’attraversamento non deve essere scandito dal gesto di aprire e chiudere

Il corridoio

Il corridoio è il tunnel spazio-temporale che Bowman attraversa per accedere alla stanza settecentesca.

La figura del corridoio cadenza tutto il film. La Discovery è gia presentata come un lungo corridoio circolare in l’ astronauta Poole si dedica al footing.

Nel corridoio psichedelico Kubrick utilizza la tecnica del frame stop,anche detto freeze-frame, in cui il fotogramma fisso è il cinema che per un istante si congela nella fotografia. Il viaggio psichedelico è cadenzato da una serie di fotogrammi fissi sul volto di Bowman e dal primissimo piano del suo occhio che batte le ciglia, ogni battito di ciglia corrisponde a un’ ulteriore salto nello spazio-tempo attraversato.

Tutta l’esperienza è raffigurata come una successione di salti di istantanee, di forme e colori puri. È un’ esperienza esclusivamente visiva.

Il frame-stop raffredda lo spazio-tempo prima di un nuovo inizio.

Il corridoio è (modalità afferente) alla figura della porta. La sequenza è leggibile come un’ entrata dentro il monolito fluttuante nello spazio.

Le immagini porta, stanze e corridoio si sedimentano una sull’altra.

Il corridoio psichedelico si sviluppa in una raffica di istantanee, la stanza d’albergo risulta una fotografia. L’astronauta si muove in una fotografia ma esso durante l’esperienza nel corridoio si è raggelato nel fotogramma fisso. Bowman nella stanza è una fotografia dentro una fotografia. Questo intrico di fotografia richiama senza esitazione la composizione del collage, ovvero la ( caricatura ontologica) del cinema.

Il monolito, in 2001: Odissea nello spazio, raffigura la porta della Legge. Il monolito presiede le tappe dell’evoluzione umana: è la Legge che cadenza e caratterizza la civiltà . il monolito compare perché l’umanità acceda agli stadi del cammino culturale e tecnologico. Bowman ( uomo arco) è il viandante, l’uomo che completa l’arco evolutivo della specie umana. Giunto di fronte alla Legge (l’ultima della razza umana, ma la prima, di un suo possibile superamento), Bowman si arresta, invecchia e muore, rinasce come feto astrale e ha acceso al monolito e lo attraversa.

Kubrick non si concentra su un singolo destino, ma stende il velo del suo film su tutta l’umanità. In tal modo l’oscillazione fra astratto e concreto viene superata. In 2001: Odissea nello spazio l’opposizione concreto/astratto è superata a priori, nel momento in cui il protagonista del racconto è l’umanità.

Il monolito, dunque, è figura della porta.

La porta, quindi, ha una sua doppia valenza iconologica: è il luogo e il punto del risveglio ed è il luogo e il punto della Legge.

Il feto astrale: l’oltreuomo di Nietzsche

Secondo una delle interpretazioni più attendibili, il film rappresenterebbe l’evoluzione dell’umanità, dallo stadio bestiale a quello umano, e poi, nel finale psichedelico, il mutamento dallo stadio attuale di “uomo tecnologico” a quello di uomo nuovo. Come il monolito ha consentito il passaggio dalla scimmia all’uomo, ora, nel 2001, consente l’evoluzione dall’uomo al superuomo.

Il feto astrale quindi, è probabilmente il superuomo, o meglio l’oltreuomo ( Übermensch) di cui parla il filosofo tedesco Nietzsche. Tale ipotesi è suggerita dal commento musicale che accompagna l’inizio del film “ Così parlo Zarathustra” tratto dal poema sinfonico di Richard Strauss, ispirato all’omonimo capolavoro di Nietzsche in cui il profeta annunciava l’evento dell’ oltreuomo.

Il superuomo (Übermensch) è l’ideale di un nuovo essere qualificato da una serie di caratteristiche che emergono oggettivamente dall’insieme della sua opera Così parlò Zarathustra. Il superuomo è colui che è in grado di accettare la dimensione tragica e dionisiaca della vita, di reggere la morte di Dio e la perdita delle certezze assolute, di collocarsi nella prospettiva dell’eterno ritorno, di emanciparsi dalla morale e dal cristianesimo, di porsi come volontà di potenza, di procedere oltre il nichilismo e di affermarsi come attività interpretante e prospettica. Come tale il superuomo non può che stagliarsi sull’orizzonte del futuro.

È capace di creare nuovi valori e di rapportarsi in modo inedito con la realtà. L’uomo è terra ed è nato per vivere sulla terra. L’anima è inesistente: l’uomo è sostanzialmente corpo, questa rivendicazione della natura terrestre del superuomo fa tutt’uno con l’accettazione totale della vita che è propria dello spirito dionisiaco in virtù di tale accettazione, la terra cessa di essere il deserto in cui l’uomo è in esilio per divenire la sua dimora gioiosa e il corpo cessa di essere la prigione dell’anima per divenire il concreto modo di essere dell’uomo nel mondo.

Che lo Star Child di 2001 possa raffigurare l’ oltreuomo è avvalorato dal fatto che Nietzsche, nel discorso di Zarathustra intitolato “delle tre metamorfosi”, paragona l’oltreuomo a un bambino. Le tre metamorfosi spiegano come debba svolgersi l’evoluzione dello spirito umano dalla figura del cammello, che rappresenta l’obbedienza. L’uomo che porta i pesi della tradizione e che si piega di fronte a Dio e alla morale, all’insegna del “tu devi”. Al leone, che rappresenta la negazione violenta dei vecchi valori, l’uomo che si libera dai fardelli metafisici ed etici, all’insegna dell’ “io voglio”. Infine alla pura affermazione, ovvero l’oltreuomo, colui che sa dir di sì alla vita e inventare se stessa al di là del bene e del male, di cui è immagine il fanciullo.

Al bambino è associata la rinascita, la mancanza di un passato, l’oblio.

Il fanciullo non ha valori esterni a se stesso, l’oltreuomo deve essere creatore di valori sempre nuovi. Esso rinasce poi in un essere potenziato e ritornare sulla Terra pronto per la nuova tappa dell’ evoluzione e del destino umano

L’oltreuomo secondo Kubrick

Il termine oltreuomo rimanda a un superamento della condizione di uomo. Nietzsche, con questa parola, sottolinea la differenza tra il nuovo tipo di umanità che deve venire, annunciato da Zarathustra, e l’uomo mediocre del presente. L’uomo superiore è la tappa successiva che l’umanità deve compiere dopo essersi lasciata alle spalle la condizione animale.

2001: Odissea nello spazio sembra presentare il superuomo come il frutto dell’evoluzione, cioè come l’ esponente ulteriore della specie umana sul fattore biologico. Oggi l’oltreuomo sarebbe il filosofo dell’avvenire che crea una nuova tavola dei valori. Per Nietzsche dovrà rifiutare la morale tradizionale e operare un trasvalutazione di tutti i valori, cioè contrapporre ai vecchi ideali i nuovi valori da lui creati, i valori vitali che derivano dall’ accettazione entusiastica della vita.

La figura dell’oltreuomo teorizzata da Nietzsche risulta ambigua perché oscilla dallo spirito forte e libero di origine umanistica, e quella del guerriero, che è spinto da un impulso distruttivo. Infatti l’oltreuomo è colui che va oltre il bene e il male.

Ammettendo una continuità nell’opera di Kubrick, si può supporre che egli abbia sviluppato queste due diverse concezioni di oltreuomo nei due suoi film successivi: Arancia meccanica e Shining.

In Arancia meccanica, il giovane protagonista Alex che pratica l’ultra violenza, è probabilmente l’emblema dell’oltreuomo che va al di là del bene e del male. Nietzsche sa che il superuomo verrà accusato di immoralismo, non dubita che “i buoni e i giusti lo chiamerebbero diavolo”. E anche l’Alex di Kubrick è l’incarnazione del demoniaco. Il diretto rapporto tra il feto astrale e il personaggio di Alex, sembra dimostrato dall’affinità tra l’ultima immagine di 2001, in cui è inquadrato l’occhio dello Star Child, e la prima immagine di Arancia meccanica con l’occhio di Alex in primo piano, come a dimostrare che lui è la personificazione negativa dell’oltreuomo.

Danny, invece, il bambino dotato di poteri extra-sensoriali di Shining, potrebbe rappresentare il superuomo come figura “luminosa” che dona la virtù e redime. In effetti, grazie alla sua “luccicanza”, Danny si trova allo stadio dell’illuminazione, della luce interiore. La relazione tra il feto astrale e il bambino di Shining, inteso come incarnazione positiva dell’ oltreuomo, è suggerita anche dal confronto tra i due manifesti originali dei film ( kubrick curava personalmente ogni minimo aspetto). Il manifesto americano di Shining mostra un viso infantile con gli occhi sbarrati, che appare nelle lettere del titolo, su uno sfondo giallo. Il volto sembra quasi quello di un feto, l’immagine ricorda, appunto, il manifesto americano di 2001, che rappresenta in primo piano lo Star Child con la scritta “the ultimate trip”.